Shortcode
il pozzo e il miele
the christian Buddha illustrated book:the well and the honey Let’s...
Read MoreScopriamo come il Buddha in incognito si sia "infiltrato" nella cristianità.
"il pozzo e il miele" è un progetto libro illustrato su cui ho lavorato nel 2019, basato su una parable contenuta in Barlaam and Joasaf, un racconto che ha viaggiato attraverso paesi e religioni nei secoli, affascinando persone molto diverse tra loro.
Barlaam and Joasaf hanno conquistato la cristianità, così tanto che i due protagonisti divennero santi cristiani, ma quali sono le sue vere origini?
Dal testo, la terza parabola ha destato grande interesse in scrittori, filosofi e studiosi, dando vita a varie interpretazionianche molto diverse tra loro.
Quindi vi rivelerò qual'è stata la mia scelta interpretativa per la realizzazione delle illustrazioni..
La datazione della storia di Barlaam e Joasaf è incertaè arrivata però in occidente in epoca medievale intorno al X o XI secolo.
La memoria dei santi Barlaam e Ioasaf nel Martirologio Romano ricorre il 27 novembre.
Barlaam e Josafat sono stati inseriti nel calendario liturgico greco-ortodosso il 26 agosto giuliano (8 settembre gregoriano), e nel calendario liturgico della tradizione slava tradizione slava della Chiesa ortodossa orientale il 19 novembre giuliano (2 dicembre gregoriano).
storia di Barlaam e Joasaf |
storia del Buddha |
Un re indiano, irremovibile persecutore del cristianesimo, festeggia la nascita del suo erede, ma l’oroscopo del più illustre tra gli astrologhi afferma che il principe lascerà la sua corona per seguire gli insegnamenti cristiani | Il re dei Sakya, un clan indiano, accoglie il suo neonato erede, gli astrologi rivexlano che suo figlio ha due possibilità: diventare il sovrano del mondo o lasciare la vita di corte per diventare un asceta, diventando il risvegliato |
Il re per impedire questo destino fece isolare il figlio in un palazzo, circondato solo persone giovani e belle, dove gli venivano offerte tutte le gioie della vita |
Il re per impedire che il figlio diventi un asceta fece isolare il figlio in un palazzo, circondato solo persone giovani e belle, dove gli venivano offerte tutte le gioie della vita |
Ioasaf incontra un malato e un vecchio; comprende poi l’inevitabilità della morte, incontra quindi il monaco Barlaam. I suoi occhi si aprono sulla condizione della vita umana |
Il principe Siddhartha (futuro Buddha) si imbatte in un malato, un vecchio, in un morto e in un asceta. I suoi occhi si aprono sulla condizione della vita |
Sia Ioasaf che il padre abbandonano la vita di corte per darsi alla vita monastica |
Siddhartha lascia la vita di corte per darsi all’ascetismo, ritornato come risvegliato nel suo clan provoca la decisione per loro, compreso il padre, di lasciare la vita di corte e diventare asceti sotto la guida del Buddha |
Il due storie coincidono per la maggior parte! Non lasciando molti dubbi sul fatto che questi due santi hanno origine nella personalità del Buddha.
Reading the preface to “storia di Barlaam and Ioasaf” of Silvia Ronchey it is clear how the appellation of bodhisattva (colui che è destinato a diventare un Buddha) è stato modificato dalle diverse culture come anche la sua vera identità: “il Buddha non veniva chiamato Budasaf, ossia bodhisattva , come nel Bilawhar wa Būḏāsf: veniva chiamato Iudasaf. Il Ben Guidato volle leggere Iuzasaf e ritenne si trattasse di una variante araba del nome di Gesú .”
È quindi così che la storia del bodhisattva, che diventa poi il Buddha, viaggiando per le strade della storia e i vicoli delle culture, si è vestito di una nuova identità per poi approdare nella cristianità, facendosi addirittura duplice nei santi Barlaam e Joasaf. In fact, it appears from the introduction itself, that “Barlaam” was a deformation of the name “Buddha”, possiamo quindi dire che maestro e alunno dalla storia di Barlaam e Joasaf fossero di fatto la stessa persona, il che ha molto senso da ottica buddhista, in quanto il Buddha è stato di fatto l'insegnante di sé stesso, raggiungendo il risveglio per sé stesso.
Dall’introduzione de la storia di Barlaam e Joasaf leggiamo di un altro interessante collegamento tra Gesù e il Buddha:
“Su questa rivelazione Ghulam Ahmad fondò il movimento Ahmadiyya, detto anche Qadianismo, da Qādyān, la città del Punjab in cui il venerato masīh nacque, visse e predicò. Questa setta islamica è ancora oggi molto seguita , sebbene ripetutamente sconfessata dall’islam ortodosso. La sua dottrina del «Gesú indiano» ha affascinato anche la letteratura confessionale cristiana. Suscitando, naturalmente, pervicaci polemiche.“
Ha certamente un certo fascino l’ipotesi che buddhismo e cristianesimo in qualche modo strettamente collegatiseppure siano argomenti di dubbia veridicità.
Nel corso della storia di Barlaam a Ioasaf ritroviamo la storia, che ha dato vita al mio progetto libro, nella terza parabola l'unicorno e il miele:
“A man is chased by a rampaging unicorn. He cannot bear its terrifying neigh. In his flight he stumbles and falls into a ravine. As he plummets, he stretches out his hands, manages to grab a shrub, clings to it with all his might, puts his feet up and catches his breath. Looking closely, however, he notices that two mice, one white and one black, are gnawing at the roots of the shrub, which are on the verge of giving way. He looks down into the ravine and sees a fearsome dragon waiting for him with its jaws wide open. He looks up to examine where his feet stand and sees four snake heads sticking out of the rock face at that very height. Then he looks up and sees that honey is dripping from the branches of the shrub. He stops thinking about the unicorn chasing him, about the dragon waiting for him, about the fact that the bush he is clinging to is about to give way, about the treacherous base he is propping himself up on: he forgets everything and with all his strength concentrates on the sweetness of that little drop of honey.“
Questa breve storia ha certamente interessato e affascinato molti, portando a tutta una serie di interpretazioni e ipotesi filosofico/religiose anche con una morali che risultano l’una l’opposto dell’altra.
Dall'analisi di p. Nieremberg (M.C.Minutiello) e le valutazioni degli orientalisti (S. Ronchey ) possiamo vedere come i simboli sono stati interpretati su in questo modo:
unicorno=la morte
burrone= il mondo
l'arbusto= la vita umana (orientalisti)
topi= il passare del tempo
i serpenti= i quattro elementi del corpo (o semplicemente i quattro elementi)
drago= l'inferno
honey= i piaceri della vita (o i piaceri effimeri)
Ronchey notes that mice could also be interpreted as good and evil, as far as honey is concerned, he notes that it must come from a beehive, thus having the meaning of the anaesthetising power of ordinary work.
Sia padre Nieberg e che gli orientalisti citati da S. Ronchey ritengono che il senso della storia sia che l'uomo stolto perde sé stesso nei piaceri effimeri invece di preoccuparsi della morte imminente.
S. Ronchey also quotes a versione zenche ho cercato all’epoca in cui tentavo di identificare il senso della storia che sarei andata ad illustrare, trovando questa versione:
‘In un sutra, Buddha raccontò una parabola: Un uomo che camminava per un campo si imbatté in una tigre.
Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto a un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando, l’uomo guardò giù, dove, in fondo all’abisso, un’altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. L’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola.
Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altra spiccò la fragola. Com’era dolce!”!”
Il significato zen qui è completamente positivo, collegato alla abilità di essere centrato nel momento presentedel protagonista, senza rammaricarsi per il passato che ha lasciato né preoccuparsi per il futuro inevitabile per cui non può ormai fare nulla.
Again from the introduction to Sivia Ronchey’s:
“Tra i modernila parabola è stata letta, in accordo in fondo con la variante zen , come elogio del coraggio di chi riesce a cogliere l'attimo pur nella piena consapevolezza della sua tragicità e follia“
Baudelaire fornisce quattro vie interpretative (S.Ronchey):
1 il male, l'inconsapevolezza (forse giovanile) che spinge a leccare le gocce di miele
2 l’epicureismo, l’approfittare dei beni a disposizione senza guardare topi o miele ma profittare del bene del momento riuscendo a godere di quello che offre la vita umana .
3 la via della forza e dell’azione: una volta compresa la stupidità della vita, si sceglie di andare verso il non essereagendo da “semidio” nel periodo migliore della vita ponendole fine
4 la via della debolezza: trascinare la vita pur sapendo che non è nulla ma continuare a vivere non avendo la forza di porre fine…”
Ho realizzato questo progetto nel 2019, durante il "corso di illustrazione ed editoria" della Scuola d’Arte e dei Mestieri Nicola Zabaglia, partendo dalla parabola de “il viandante e l’unicorno”.
Dopo diverse ricerche e riflessioni, è stato naturale per me seguire significato zen della storia, seppure mantenendo il testo di Barlaam e Joasaf, scegliendo il titolo "il pozzo e il miele” in quanto dal punto di vista in cui illustravo la storia il pozzo e il miele sono elementi centrali.
Ho scelto di creare un design con alcune pagine speciali, queste hanno delle ante fustellate, da chiuse vi si può leggere una parte di testo, da aperte svelano il disegno completo con la restante parte di testo che descrive la scena, per dare un senso di suspense e sorpresa. Certamente questo ha portato anche una maggiore difficoltà t nella progettazione delle illustrazioni e delle pagine con testo, portandomi a fare particolarmente attenzione al come le illustrazioni si suddividevano tra le varie pagine e le ante.
Tutte le parti del progetto sono una mia creazione, a partire dai dipinti, anche il design del libro, il layout del testo, come anche la creazione del logo per una immaginaria casa editoriale presente sulla copertina e sul frontespizio.
È stato per me certamente un progetto stimolante per me, ostellato di difficoltà all’inizio, che si sono poi andate a dipanare man mano che procedevo nel lavoro, un po’ come il simbolo dell'unalome che ho scelto in apertura e chiusura della storia.
Non voglio aggiungere commenti alle illustrazioni se non una nota per il simbolo dell’unalome e per la copertina, in quanto credo che il bello dell'arte è che chi la osserva la completa dentro di sé un esercizio di fantasia e esplorazione del proprio mondo interiore.
Già a partire dalla copertina vediamo appunto il pozzo e la goccia di miele, in questa illustrazione che contiene sia il fronte che il retro della copertina abbiamo sul fronte la metà di goccia semplice e sul retro la rivelazione della figura del buddha nascosta in essa.
Già a partire dalla copertina vediamo appunto il pozzo e la goccia di miele, in questa illustrazione che contiene sia il fronte che il retro della copertina abbiamo sul fronte la metà di goccia semplice e sul retro la rivelazione della figura del buddha nascosta in essa.
citazione sul retro della copertina:
L'odio non può sconfiggere l'odio;
solo essere pronti all'amore lo può.
Questa è la legge eterna
Chi è litigioso dimentica che moriremo tutti;
non ci sono litigi
per il saggio che riflette sulla morte.
Dhammapada 5-6
Il viaggio inizia con un famoso simbolo buddhista, l’unalome, una linea che parte formando una spirale, che si snoda poi un curve che e porcede sempre meno contorta e lineare fino ad arrivare a essere una linea retta che si stacca per un attimo per diventare un punto, questo simbolo rappresenta il cammino verso il risveglio: difficile all’inizio, con un senso di non fare passi avanti che diventa più semplice e veloce mano a mano che lo si percorre. Lo ritroviamo anche nella tavola che chiude la storia, invertito, visto dalla fine, prima della tavola in cui presento una breve descrizione della mia chiave di lettura.
Un uomo fugge alla vista di un unicorno imbizzarrito. Non può sopportare il suono dell'ululato della bestia e il suo terrificante muggito e, temendo di essere sbranato, fugge.
Mentre correva a più non posso andò a finire in un pozzo.
Nel precipitarvi, protese le mani e riuscì ad afferrarsi a un arbusto,
cui si aggrappò con tutte le sue forze;
trovato un appoggio dove puntare i piedi,
pensò che da quel momento in poi poteva starsene tranquillo.
But when he took a good look, he saw two rats, One white and one black, which unceasingly gnawed at the root of the shrub to which he had clung,
erano proprio sul punto di reciderla di netto.
E ancora aguzzò lo sguardo a esaminare la base d'appoggio
d'appoggio cui teneva puntellati i piedi:
scorse quattro teste di aspidi
che si protendevano fuori dalla parete rocciosa cui si teneva stretto
Allora guardò in fondo al pozzo
Scorse un drago orribile alla vista,
che "spirava foco" dalle narici: aveva un aspetto torvo e minaccioso,
spalancava ferocemente le fauci e non vedeva l'ora di inghiottirselo
Allora levò gli occhi in alto,
vide che dai ramoscelli dell'arbusto stillava qualche goccia di miele.
Così cessò di ragionare dei flagelli che aveva intorno
Dimentico di come fuori del pozzo l'unicorno imbizzarrito volesse divorarlo,
e, dentro, il truce drago spalancasse le fauci per ingoiarlo, e come l'arboscello al quale si teneva avvinto sarebbe stato reciso,
e come i suoi piedi poggiassero su una base incerta e malfida.
Di tanti e tali flagelli immemore, rimase solo la goccia di miele.
La storia del pozzo e del miele ha viaggiato nei secoli, facendo il giro del mondo, è presente nelle letterature antiche e moderne, ha preso le sfumature dei luoghi che ha attraversato, ne esistono quindi molte varianti e ancora più interpretazioni, legate anche alle diverse culture che l'hanno fatta propria.
In alcune interpretazioni la goccia viene vista come il peccato, in altre come la salvezza. significati contrapposti.
Sappiamo che questo racconto ha avuto origine in India, si presta quindi a un interpretazione in chiave buddhista.
E in chiave buddhista che sono state create queste illustrazioni, ogni dettaglio è legato a concetti come l'insoddisfazione esistenziale, l'attaccamento per quello che ci piace e la repulsione per quello ceh non ci piace, la ricerca di una via verso uno stato di equilibrio e gioia.
In alcune simbologie buddhiste la via verso questo stato di grazia viene raffigurata come una strada che inizia a spirale, pian piano si dipana in curve via via sempre più piccole, fino ad arrivare ad essere una linea retta, che si interrompe per poi finire in un unico punto isolato, come la goccia di miele che sola si distacca dal ramo.
Mi auguro che questo viaggio tra tempo e spazio vi sia piaciuto, tanto quanto è piaciuto a me.
È interessante vedere quante opinioni differenti ci sono sul significato della storia, quante personalità ne sono rimaste affascinate nel corso della storia, quindi sono curiosa di sapere la vostra opinione a riguardo, come interpretereste questa parabola? Fatemi sapere nei commenti.